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Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del rifugiato l’appuntamento annuale sancito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di oltre 108 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo che, costretti a fuggire da guerre e persecuzioni, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era la loro vita per cercare salvezza altrove.

“Rinnoviamo, anche in questa occasione, il nostro appello alla politica e alla società civile – afferma Maria Ilena Rocha, Presidente Nazionale ANOLF –  per un maggiore pragmatismo del fenomeno migratorio”.

“Il conflitto in Ucraina e la situazione in Libia, dove migranti e richiedenti asilo continuano ad essere soggetti a trattamenti inumani e degradanti – prosegue Rocha – ci invitano a riflettere sulla responsabilità che ognuno di noi ha verso un impegno quotidiano che deve tendere a promuovere un dialogo costruttivo con le Istituzioni a tutti i livelli”.

Diritto alla sicurezza = Dignità umana X Patto sociale sull’immigrazione

 “Come ANOLF riteniamo che La Giornata internazionale del Rifugiato – continua Rocha – debba anche servire come occasione per affermare la dignità di queste persone e richiedere il rispetto dei loro diritti senza discriminazioni di provenienza, genere o appartenenza religiosa”.

La recente strage di migranti in Grecia, purtroppo ci dimostra la necessità di una soluzione strategica e definitiva sui soccorsi, è urgente la conversione delle scelte sulle politiche migratorie.

 “Abbiamo bisogno di un Patto sociale sull’immigrazione – conclude Rocha – che garantisca una gestione europea delle frontiere trasparente e basata sui diritti, che permetta alle persone migranti un accesso pieno ed effettivo alle procedure di protezione internazionale, meccanismi veloci di effettiva ripartizione delle responsabilità, aumento dei canali di accesso e permanenza regolari, predisporre operazioni europee di ricerca e soccorso in mare”.

L’ANOLF da sempre è vigile nelle aree di frontiera e continua incessante l’azione di tutela e rivendicazione dei diritti umani. La strage dei migranti nel Mediterraneo pesa sul senso di responsabilità delle Istituzioni e dell’intera Europa.